Convegno 15 Febbraio 2025 – Il Veleno d’Api
Sabato 15 Febbraio, l’Associazione Consorzio Apistico Provinciale di Ancona ha organizzato un convegno tematico sulla raccolta non cruenta di veleno d’api, incontro che si è tenuto presso l’auditorium della Scuola Primaria e Secondaria di Monsano. Il relatore, il Sig. Metalori Aldo, ha illustrato questo ottimo ed innovativo sistema di prelievo, che non danneggia e in alcun modo crea disagi alle api.
Il Convegno è stato aperto dal saluto del sindaco di Monsano, che ha avuto parole di ringraziamento verso i presenti e l’intero mondo apistico, ritenuto una parte importante nella salvaguardia della biodiversità soprattutto del mondo vegetale, il quale beneficia dell’impollinazione degli insetti e delle api in particolare.
Il presidente del Consorzio Apistico Provinciale di Ancona ha poi proseguito con una introduzione generale sulla situazione del mondo apistico sia da un punto di vista zootecnico, con le sempre maggiori difficoltà di allevamento delle api dovute a fattori climatici, sanitari e normativi, che da un punto di vista commerciale, sottolineando il fatto che il mercato Europeo ed Italiano è inondato da miele estero di dubbia qualità e spesso anche di nebulosa provenienza ma ad un costo molto basso. Tale situazione comporta che i confezionatori, per una questione meramente economica, preferiscono acquistare miele di importazione al posto dell’ottimo prodotto Italiano. Una condizione questa che, evidenzia il presidente, mette in seria difficoltà le aziende apistiche del territorio e mette il consumatore in condizione di acquistare un prodotto che spesso potrebbe non essere all’altezza delle proprie aspettative.
Verso le ore 10.00 la parola è passata ad Aldo Metalori, esponendo tutti gli aspetti della “produzione del Veleno d’Api”, approfondendo sull’aspetto relativo alla nuova metodica di estrazione della tossina che NON danneggia in alcun modo l’insetto e la loro vita sociale. Questa innovazione prevede l’utilizzo di strumenti che fanno si che le api rilascino solamente una minuscola gocciolina del proprio veleno durante la loro normale attività senza per questo subire alcun danno fisiologico al proprio corpo. Nessun apicoltore, infatti, accetterebbe mai di recare alcun tipo di danno alle proprie amatissime api, né per soldi nè per altro motivo, data l’enorme passione dimostrata da chiunque entri in contatto con questi meravigliosi insetti.
La quantità di sostanza raccolta da un’arnia è limitata, nell’ordine di pochi milligrammi. Di conseguenza, anche in un’azienda apistica di grandi dimensioni, la “produzione” complessiva si limita a pochi grammi.
Un altro punto trattato è la caratteristica chimico-fisica che il veleno d’api deve avere per mantenere le proprie qualità curative, da cui ne deriva la corretta valutazione economica in fase di commercializzazione. Anche per questo prodotto esiste una fortissima concorrenza estera, che, come nel caso del miele, è spesso di qualità inferiore quando non adulterata, ma che nel basso prezzo un punto di forza, tale da produrre una lotta sleale contro il prodotto Nazionale. Per questo, come i produttori italiani hanno imparato a fare, si deve puntare solo su una assoluta qualità dei propri prodotti cercando di commercializzarli ad un prezzo che sia remunerativo.
Infine ci si è soffermati sulla questione legislativa, la quale, trattando di una materia non direttamente normata, considera il veleno d’api come un prodotto agricolo da un punto di vista commerciale ma applica la legislazione dei veleni per quello che riguarda la sfera produttiva.
Trattandosi di un argomento interessante, molti dei partecipanti hanno posto domande specifiche sull’argomento durante tutto il tempo del dibattito. La produzione di Veleno d’Api non è certamente nuova, ma nessuno in Italia ha mai fatto questo tipo di prelievo per paura di disturbare o danneggiare gli alveari. La tecnica illustrata sabato scorso, però, mette in nuova luce questa potenziale produzione poiché, come ampiamente descritto e mostrato con i filmati durante tutto il convegno, le colonie di api, durante la fase di prelievo del veleno, continuano la loro normale attività quotidiana non mostrando nemmeno la minima irritazione. Certamente questo “nuovo” prodotto non risolverà le sorti dell’apicoltura che, se non cambieranno le cose, sarà destinato ad un lento declino. Di certo avrà almeno due vantaggi: dare una anche flebile prospettiva di futuro alle aziende apistiche oltre che mettere a disposizione delle persone un principio attivo naturale e decisamente potente nel trattamento di diverse patologie, cosa che viene dimostrata sempre di più da studi scientifici condotti sul prodotto “Veleno d’Api”.





